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lunedì 9 settembre 2013

Juan Manuel Iturbe HELLAS VERONA








E Messi confessò: «Iturbe è grande»

UN PEZZO DA 90. Vediamo chi è il giovane sudamericano che Sogliano ha prelevato dal Porto con un blitz negli ultimi giorni di mercato. Tutti scommettono su di lui... C'era mezza serie A su di lui, ma l'Hellas è arrivato prima. Ideale per il 4-2-3-1, è considerato da tutti come un potenziale fuoriclasse




Un giorno Leo Messi gli fece i complimenti di persona. L'Argentina dei grandi era in ritiro per i Mondiali del 2010 ma la Federazione aveva deciso di aggregare anche quindici giovani sparring partner. Fra loro c'era Juan Manuel Iturbe, all'epoca nemmeno maggiorenne ma già con una lunga vita alle spalle. La gemma del mercato dell'Hellas è un romanzo autentico con due piedi al miele ed un talento che madre natura elargisce ad una cerchia molto ristretta.






 Per informazioni chiedere a Pedro Troglio, all'Hellas con Caniggia a fine Anni Ottanta, in Sudamerica tecnico di successo e senza neanche un dubbio in testa quando fece esordire in prima squadra il sedicenne Iturbe col Cerro Porteno, società di un sobborgo di Asuncion poi vincitrice del torneo di Apertura. Certe sue magie non sfuggirono nemmeno a Tata Martino, ora allenatore al Barcellona di Messi e Neymar, che lo convocò con la nazionale paraguaiana per l'amichevole contro il Cile. Per uno così non c'era bisogno di aspettare troppo. PREDESTINATO AUTENTICO.






 Iturbe era per tutti già una potenziale miniera, patrimonio che il Paraguay provò a difendere persino con blocchi all'aeroporto e battaglie giudiziarie quando il ragazzo decise di tornare in Argentina, là dove è nato, ed unirsi al Quilmes. Il passo naturale fu la doppia nazionalità, quella che permise ad Iturbe una vetrina di altro livello dove mostrare accelerazioni e dribbling da campione. Le sue invenzioni si affiancarono a quelle di Cirigliano e soprattutto di Lamela ai Mondiali Under 20 in Colombia. Il mondo intero ormai sapeva chi era Iturbe, già protagonista nel Cerro Porteno in Coppa Libertadores con una doppietta d'autore ai cileni del Colo Colo. L'Europa iniziò a muoversi, in Italia per primo partì il Napoli. La volata internazionale la vinse il Porto, idea accattivante però solo sulla carta. Iturbe faticò ad ambientarsi, venne spedito in prestito per sei mesi al River Plate dove incrociò Cirigliano e ritrovò il suo habitat più congeniale, togliendo ogni residua perplessità ai grandi club rimasti alla finestra in attesa di vederci chiaro. Uno spettacolo Iturbe, il Monumental si spella le mani per certi numeri che incantano Daniel Passarella e Ramon Diaz, vecchie stelle della Serie A diventati presidente e allenatore del vecchio River tornato nella Primiera Division. LO SCATTO DI SEAN.








 Il Verona fiuta l'affare, capisce che Iturbe è a metà del guado. Di troppo al Porto, dove le scelte cadono su altri giocatori. Troppo distante dalle big del pallone, troppo affannate nel rincorrere datati top player o giovani prodotti dell'ultima Serie A. La concorrente vera diventa l'Inter, ma solo per un attimo. Quando gli altri capiscono che Iturbe è a portata di mano l'Hellas è già ad un metro dal ragazzo. Sogliano completa una tela complicata, cominciata nei suoi viaggi in Sudamerica e conclusa col volo privato con cui Iturbe ha raggiunto l'Ata Hotel di Milan nel pomeriggio di lunedì. Per le altre non c'è più nulla da fare, Iturbe firma e sorride. Mandorlini lo valuterà nella stagione di prestito, il Verona sa che per otto milioni ha il diritto di riscattare a giugno uno che fra qualche anno potrà valere almeno il doppio. Il mercato applaude, ancora una volta Sogliano ha beffato tutti. Impressioni? Sbagliato dire che Iturbe è il futuro Messi, l'Italia è una brutta bestia con cui tanti Iturbe si sono già scontrati uscendone sconfitti. «Calma» sarà quindi la parola d'ordine. TAGLI LETALI.









 Iturbe ama partire da destra ed accentrarsi per creare gioco o andare alla conclusione. Oppure andare dall'altra parte, non fa differenza. Il suo potenziale genio apre tante strade, compresa quella di un 4-2-3-1 che in fondo l'Hellas conserva ancora nel suo bagaglio tattico come certificato da qualche parentesi dello scorso anno e da tanti esperimenti portati avanti nelle amichevoli e nei ritiri di Racines e Bad Kleinkirchheim.  Tutta da verificare invece l'adattabilità di Iturbe a sbattersi e sudare nella fase di non possesso, dove qualcosa rischia di pagare rispetto alla soglia di sacrificio, sempre molto alta, richiesta da Mandorlini anche per i giocatori d'attacco. Ma non c'è fretta. La Serie A e il campo di Peschiera sapranno diventare la giusta palestra.

Alessandro De Pietro

notizie da web...L'Arena di verona



Notizie da Wikipedia...

Nato a Buenos Aires da genitori paraguaiani,[8] cresce nelle giovanili del Cerro Porteño. L'allenatore del club, Pedro Troglio, lo fa debuttare in Primera División il 28 giugno 2009 - a 16 anni appena compiuti - contro il Libertad.[9] Con il club rossoblu vince il torneo di Apertura 2009.
Nel marzo del 2010 rifiuta di firmare un nuovo contratto con il suo club, che in risposta il 12 marzo lo rimuove dalla prima squadra.[10] Il calciatore decide quindi di lasciare il Paraguay per trasferirsi in Argentina, dove comincia ad allenarsi con la selezione Under-20 dell'Albiceleste; ciò provoca una sorta di caso diplomatico tra le federazioni calcistiche dei due paesi.[11] Nel 2010 il presidente della società italiana del GallipoliDaniele D'Odorico, annunciò l'acquisto del giocatore ma la trattativa non si concluse per fallimento societario.[12]

Porto e prestiti a River Plate ed Hellas Verona[modifica sorgente]

Il 1º luglio 2011 viene acquistato dai portoghesi del Porto per 4 milioni di euro con un accordo trovato dopo il Sudamericano Under-20 disputato a gennaio. In un anno e mezzo gioca 5 partite di campionato con la prima squadra e 6 partite con un gol segnato con il Porto II.
Il 5 febbraio 2013 passa in prestito fino a fine stagione al River Plate.[16] Il 29 giugno seguente, dopo 17 presenze e 3 gol, ritorna al Porto.
Il 2 settembre 2013, ultimo giorno di calciomercato, passa alla società italiana dell'Hellas Verona, in prestito con diritto di riscatto.[17


Nazionale[modifica sorgente]

Dopo aver militato sia nell'Under-17 che nell'Under-20 del Paraguay,[6] a poco più di 16 anni il ct della Nazionale maggiore paraguaianaGerardo Martino, lo convoca per l'amichevole non ufficiale disputata contro il Cile il 4 novembre 2009. Il giocatore fa il suo debutto subentrando a Rodrigo Rojas al 73'.[18][19]
A seguito del già citato trasferimento in Argentina e della convocazione da parte della selezione Under-20 dell'Albiceleste, è tra i 15 calciatori che nel maggio 2010 vengono portati in Sudafrica per fungere da sparring partner per laNazionale maggiore, in vista degli imminenti Mondiali.[20][21]
Debutta con l'Under-20 in un'amichevole pre-mondiale disputata appunto contro la selezione maggiore di Maradona[22] e partecipa al Sudamericano Under-20, debuttando con gol nel corso della prima partita della competizione contro l'Uruguay.[23] Colleziona 8 presenze e 2 reti nel corso della manifestazione. In estate gioca poi 5 partite del Mondiale Under-20 disputatosi in Colombia. In questa competizione l'Argentina esce ai quarti di finale perdendo 5-4 col Portogallodopo i calci di rigore, uno dei quali realizzato da Iturbe.[24]








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